Il cielo in una stanza: Laura Rizzo racconta i sessant'anni di una canzone rivoluzionaria - Radio Città Benevento
20071
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Il cielo in una stanza: Laura Rizzo racconta i sessant’anni di una canzone rivoluzionaria

Il cielo in una stanza: Laura Rizzo racconta i sessant’anni di una canzone rivoluzionaria

Il cielo in una stanza: Laura Rizzo racconta i sessant’anni di una canzone rivoluzionaria.

Il nuovo libro di Laura Rizzo, il quarto volume volume della collana Songs di GM Press dedicata ai compleanni delle più amate canzoni italiane e straniere, esce in occasione dei sessant’anni di Il Cielo in una stanza. L’autrice ha dialogato con alcuni protagonisti di quel piccolo miracolo in parole e musica, a partire da Gian Franco Reverberi – autore della prefazione – per arrivare in modo particolare a Gino Paoli, con il quale ha realizzato una lunga intervista: «Avevo la volontà di descrivere l’orgasmo: quell’attimo in cui tu sei proiettato nell’infinito; sei tutto e non sei niente. Quel momento, puoi provarci cento volte, ma non riuscirai mai a delinearlo. Però se tu racconti come una spirale tutto quello che c’è intorno, è come se ricostruissi il centro. Così ho scritto Il cielo in una stanza: le pareti, la finestra, la musica da fuori, ed ho cercato di ricostruire il momento» (Gino Paoli).
 
Giugno, 1960. Un ventiseienne Gino Paoli, non ancora iscritto alla Siae, propone alle edizioni Ricordi una canzone priva di inciso, costruita intorno al momento più alto di un atto d’amore e ambientata in un bordello di Genova. Già rifiutato da Alfredo Rossi delle edizioni musicali Ariston, che aveva invitato Paoli a cambiare mestiere, ma anche da Jula De Palma e Miranda Martino, che non avevano voluto interpretarlo, Il cielo in una stanza arriva tra le braccia di Mina. Lei incide il brano e lo porta in vetta alle classifiche per ventisette settimane di seguito. Gino Paoli registrerà la sua versione dopo pochi mesi. La storia si scrive in un tempo piccolo: una canzone, che è un vero e proprio atto di rivoluzione nell’Italietta yé-yé, squarcia la tela e raggiunge quel soffitto viola senza mai chinare, da allora, per un attimo la testa, tra alberi infiniti, organi che vibrano e arrangiamenti memorabili.
Il volume dedicato a Il cielo in una stanza svela tanti aneddoti legati alla genesi del brano – l’intestazione Mogol-Toang, i rifiuti, la prima incisione di Mina, le vicende personali di Paoli e della stessa interprete, la nascita della canzone d’autore in casa Ricordi a Milano – e ribadisce con forza la posizione rivoluzionaria della canzone. Come sottolinea Rizzo, “Il cielo in una stanza ha modificato i codici della musica leggera italiana, influendo definitivamente anche nella storia del Belpaese, in quel momento di passaggio, il 1960, quando, a metà, tra il postbellico e le larghe falcate verso il boom economico, i linguaggi espressivi e stilistici nel mondo culturale erano in bilico tra innovazione e rassicuranti ritornelli“.
LAURA RIZZO, esperta e studiosa di canzone italiana, critico musicale, conduttrice radiofonica e autrice. Ha collaborato con  «Muz», «Pool magazine», «Musica&parole», «Jazzit». Attualmente scrive per «L’isola che non c’era», «Vinile» e «Quisalento». È autrice e conduttrice di «Storie di casa mia» su Radio Bachi. Insegna italiano agli stranieri in una scuola media serale e collabora con diverse case editrici in qualità di autore ed editor. Nel 2015 ha pubblicato «Vinicio Capossela. Canzoni a manovella» (Arcana). Originaria di Taranto, vive e lavora a Bari. Studia canto leggero.
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