Language Is A Virus – Da William S. Burroughs a Laurie Anderson - Radio Città Benevento
19838
post-template-default,single,single-post,postid-19838,single-format-standard,qode-quick-links-1.0,ajax_fade,page_not_loaded,,side_area_uncovered_from_content,qode-theme-ver-11.2,qode-theme-bridge,wpb-js-composer js-comp-ver-5.2.1,vc_responsive

Language Is A Virus – Da William S. Burroughs a Laurie Anderson

Language Is A Virus – Da William S. Burroughs a Laurie Anderson

Language Is A Virus – Da William S. Burroughs a Laurie Anderson.

L’aveva profetizzato nei primi anni ’60 William Burroughs, scrittore vicino alla Beat Generation, con il suo romanzo “Il biglietto che esplose”: per lui il virus più pericoloso era il linguaggio, il virus che davvero provoca danni alla mente umana; un romanzo anarchico in cui appunto Burroughs sperimentava la sua tecnica del cut-up, ritagli veri di parole, di piccole frasi, che poi venivano mescolati cambiando il senso originale, ma creando forse un altro logico o illogico senso. Una delle sue più ferventi seguaci, Laurie Anderson, ha utilizzato questo stesso principio, cioè il fatto che il virus è il linguaggio, per dare il titolo a una canzone che fa parte di un progetto bellissimo del 1986 che si chiamava “Home of the Brave”, un film-concerto che poi è diventato anche ovviamente un cd, un dvd e quant’altro. La grande Laurie canta infatti che “Language Is A Virus”, ma dice anche a inizio della canzone che “il Paradiso è dove siamo noi… ma è pure molto meglio”: insomma, un pezzo adattissimo a questi nostri momenti bui…

Nessun commento

Pubblica un commento