“VIVI SI MUORE – 1999 - 2019” LA RACCOLTA CHE CELEBRA 20 ANNI DI STORIA ZEN CIRCUS - Radio Città Benevento
19453
post-template-default,single,single-post,postid-19453,single-format-standard,qode-quick-links-1.0,ajax_fade,page_not_loaded,,side_area_uncovered_from_content,qode-theme-ver-11.2,qode-theme-bridge,wpb-js-composer js-comp-ver-5.2.1,vc_responsive

“VIVI SI MUORE – 1999 – 2019” LA RACCOLTA CHE CELEBRA 20 ANNI DI STORIA ZEN CIRCUS

“VIVI SI MUORE – 1999 – 2019” LA RACCOLTA CHE CELEBRA 20 ANNI DI STORIA ZEN CIRCUS

S’intitola “VIVI SI MUORE – 1999 – 2019” la raccolta dei THE ZEN CIRCUS che celebra i venti anni di storia del gruppo.

L’album contiene 17 tracce di storia Zen, rimasterizzate per l’occasione, e 2 inediti, il brano “L’amore è una dittatura”, presentato in gara al Festival di Sanremo 2019 e “La Festa”.

Previsti anche alcuni showcase di presentazione, in programma dall’11 al 14 febbraio a Milano, Bologna, Firenze e Roma, cui farà seguito l’unica data indoor annunciata dal gruppo: il concerto-evento, in programma al Paladozza di Bologna il prossimo 12 aprile, per festeggiare il decennale dell’uscita dell’album “Andate tutti affanculo” (2009), momento fondamentale e punto di svolta della carriera della band.

11 febbraio: MILANO – Feltrinelli Piazza Piemonte, ore 18.30

12 febbraio: BOLOGNA – Feltrinelli Piazza Ravegnana, ore 18.00

13 febbraio: FIRENZE – Feltrinelli RED Piazza della Repubblica, ore 18.30

14 febbraio: ROMA – Feltrinelli Appia Nuova, ore 18.00

THE ZEN CIRCUS PARLANO DI “VIVI SI MUORE – 1999-2019”

“Vivi si muore” è il nostro modo, in disco, di festeggiare venti anni di Circo Zen. Nel 1999 dei ventenni della provincia “cronica” escono con un disco autoprodotto, figlio di un certo disagio sociale ed esistenziale, fatto di prove in macchina o per strada, con strumenti acustici improbabili e le mani gelate. Vent’anni e oltre mille concerti dopo, quegli stessi ragazzi si ritrovano fra le mani undici album e decine di migliaia di ragazzi come loro a fargli da esercito, un esercito fatto di fiducia, di condivisione, di verità, di gioia e dolore urlati in faccia per ricordarci che si muore – è certo – ma prima si vive. La raccolta non pretende di essere esaustiva o completa, vuole anzi essere un riassunto in canzoni, proprio come quei “Bignami” che usavano i ragazzi dell’ultimo banco in compiti in classe per cui non avevano studiato, ragazzi ai quali da sempre ci sentiamo di assomigliare.

Nessun commento

Pubblica un commento